GUIDA DEL RIVOLUZIONARIO

Edizione originale, 1999

Ogni revival (nuovo/a/i/e, neo-, post-, trans-, ri-, ecc.), anche quello legato ai più validi momenti rivoluzionari del passato, è reazione e impotenza. E l’impotenza è madre del crimine e della follia.
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In nessun fiume l’acqua è così scarsa come lo è l’inchiostro che ha tracciato il senso inesauribile di questo volumetto.
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Il rivoluzionario è come la bella Fenice, se muore di sera, rinasce di mattina.
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Ogni potere è effimero, ciò che resta sono le idee.
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Non si deve mai considerare un'operazione nella contingenza: il suo risultato dovrà avere ripercussioni valide almeno quarant'anni dopo.
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I tempi cambiano e cambiano pure i modi di fare rivoluzione: il rivoluzionario non ha precursori, ma solo esempi da rispettare.
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Ciò che conta è la rivoluzione... e tutto il resto è letteratura.
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La pazienza è una delle tre virtù capitali del rivoluzionario. La quarta è il limite stesso della pazienza.
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Il rivoluzionario è uno scienziato. La sua preparazione è profonda.
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La rivoluzione è un gesto d'amore per la vita, per il mondo.
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I tempi della rivoluzione sono tre: negazione (rivolta), teorizzazione, applicazione (RIVOLUZIONE).
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La rivoluzione è Etica che precede Estetica.
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Il rivoluzionario è sempre pronto per il Grande Viaggio.
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Il rivoluzionario è giovane. E' sempre giovane. Il rivoluzionario è ricco. E' sempre ricco. Il rivoluzionario è bello. E' sempre bello.
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Non è l'abito che fa il rivoluzionario. L'abito fa il postrivoluzionario.
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Il rivoluzionario è sempre pronto a ricominciare.
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La rivoluzione che si arresta per consolidare il proprio potere cade nel meccanismo borghese e, a distanza di tempo, è destinata alla sconfitta.
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La rivoluzione è un atto dinamico e, come tale, continuo.
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Per essere in grado di condurre una rivoluzione bisogna almeno saperne preventivare una seconda.
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Chi ama la carriera guarda il proprio muro, chi ama la rivoluzione guarda l'orizzonte.
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La differenza tra presunzione e ambizione è pari a quella tra una tallonite e un volo su arcipelaghi.
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Occorre sbarazzarsi delle convinzioni se non sono, come l’amore, scelte quotidiane.
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Le miserie della contingenza impediscono di considerare il rapporto tra l’età della Terra, dell’uomo e la sua vita.
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Il rivoluzionario è un pensatore che non si limita a pensare.
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Il rivoluzionario ha il senso del destino. Chi ha il senso del destino possiede anche quello della storia.
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Non sono i rivoluzionari che cambiano la società, è la società che va verso di loro, ma i rivoluzionari sono coloro che, avendo compreso prima degli altri qual è il corso dei tempi, cercano di accelerarlo facendo sì che molte energie latenti non si perdano nella tristezza della notte, in quella solitudine da cui molti si credono avvolti; offrono inoltre le condizioni di approfondire ciò che è stato appena percepito.
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E’ inutile circoscrivere il dominio della vita, della creazione come hanno fatto tutti i teorici fino a oggi: è infinito e infinitesimale.
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Se l’autunno ci può affascinare, se l’estate ci può stordire, è la primavera la vera stagione mentale della creazione.
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Qualunque sia la temperatura dei vostri piedi, è primavera. Si rinasce.
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Ripercorreremo l’autunno al contrario come questa nostra primavera.
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Il rivoluzionario di oggi è responsabile del Poeta di domani.
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Non ci gloriamo di questa presa di coscienza, la sponda è vicina.
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Il rivoluzionario ha fiducia nell´intelligenza dell’uomo e possiede anche una paziente fiducia nella stupidità dell’avversario.
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Tempo, misura e velocità valgono tanto per lo schermidore quanto per il rivoluzionario.
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Rivoluzione. Nome di cosa femminile singolare. Molto singolare.
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Prima la rivoluzione è per il popolo, poi è del popolo.
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Il potere logora chi non lo ha, diceva un ministro italiano; aggiungiamo pure che chi non possiede il potere in realtà non sa cosa sia, ne parla soltanto, fa letteratura e basta, perché questo per essere posseduto ha bisogno di conoscenza... come tutte le cose, con una distinzione però rispetto a molte cose, che, per il potere, possesso e conoscenza oltrepassano di molto quel limite dietro il quale l’uomo generalmente pone le cose note. Questo è il potere del rivoluzionario, l’altro è il potere che la rivoluzione deve cancellare, a tutti i costi. La Storia, o con gioia o con lacrime, è dalla sua parte.
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Rozzezza e perversità. Nei regimi fascisti, dittatoriali, la deformazione è norma, ma la teratologia che si applica alla democrazia è scienza ben più difficile!
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L’informatica rende il reazionario ancor più reazionario e il rivoluzionario ancor più rivoluzionario.
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Esiste una forma di razzismo anche per le guerre, quelle dei bianchi, dei più ricchi, sono più seguite, discusse, condivise o sofferte. Le vittime di quelle dei poveri non hanno né compianto né memoria: chi ha capacità di tradurre, traduca.
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Spesso non si tratta di decidere tra le armi e il pacifismo, ma tra il sangue e la merda.
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Liberté, égalité, fraternité. O rivoluzione.
Liberté, égalité, paix. O rivoluzione.
Giustizia e Poesia. O rivoluzione.
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I paesi in cui il proletariato vota a destra saranno sempre terre di un arrivo mancato.
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In Italia i meno reazionari sembrano i postsessantottini. Questo è patetico!
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Le fasi della rivoluzione seguono quelle dell’alchimia: prima nigredo o putrefactio, poi albedo o purificazione per arrivare al completamento della rivoluzione o rubedo.
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Un rullo di tamburi questa notte mi ricorda che il tempo è inesorabile.
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La disubbidienza ai crimini mascherati dalle leggi del potere (come la guerra) deve essere organizzata, collettiva e sistematica.
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Ci sono ben pochi rivoluzionari tra i poeti, i pittori, gli artisti in generale; eppure la rivoluzione non può che nascere da quei pochi, talvolta poeti senza penna.
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La stragrande maggioranza dei professori universitari è formata da uomini senza potere che credono nel potere. Sono piccoli caporali presuntuosi.
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I libri sono come la droga, rendono ancor più cretino il cretino.
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Il cretino facoltoso è un cretino presuntuoso. Il cretino laureato è un cretino complessato.
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Io ballavo di spalle come in Etiopia; lei ballava di seno (lei poteva). Quando siamo in ballo, bisogna ballare fino in fondo.
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Non provocate l’insulto del rivoluzionario; è molto più forte del vostro, per fantasia e verità.
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Com’è bello stare fuori quando in casa piove!
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Ogni rivoluzione politica comporta una rivoluzione del linguaggio e viceversa.
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I grandi commettono grandi errori; i piccoli dicono grandi fesserie. Non sono comunque mai pari anche in questo rapporto inverso; i grandi possiedono una misura che non può essere quella dei piccoli spiriti.
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La guida del rivoluzionario non è un invito a prendere il tè coi biscotti.
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Il rosso entrò tra i morbidi seni e vide la musica ondeggiare, aveva perso il mare e il vento di cristallo. Spiegò le sue braccia enormi e la mise in prigione aprendo una voragine di profonda passione. La piega dei seni esalò un rugiadoso profumo, salì come un aquilone e si condensò nella voce di un’inaudita canzone.
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Se la tua rivoluzione si realizza, sarai il primo bersaglio. E questo è bene.
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"Je ne crois pas que la révolution soit finie", Robespierre e per copia conforme Bertozzi.
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Il viaggio è la componente costante di ogni opera.
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Quando nel mondo c’è ingiustizia, quando il popolo è in letargo, è tempo di rivoluzione.
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Quando, cadute le ideologie, tutto tace o è guerra di eserciti o è sopruso o è partitismo o è vigliaccheria o ripetizione o sangue inutile o è logorrea da mass media o tutto insieme, è tempo di rivoluzione.
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Troverai sul tuo cammino dei vili disposti a vendersi, a servire un padrone apparentemente più sicuro: non li spazzare del tutto, servono da setaccio per individuare i loro simili.
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Troverai sul tuo cammino piccoli burocrati, magri o panciuti, tristi o sudati che mostreranno il sedere, come il pavone, per affermare il loro piccolo potere d’impiegati: non contano … poi, la burocrazia non va combattuta perché è priva d’idee dalla nascita. Essa può essere solo rigenerata, rivoluzionata. E occorre cambiare gli uomini cui sarà affidata.
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La rivoluzione vuole la sensibilità di tanti e la capacità di pochi.
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La camaraderie, il gioco, il riso, sono importanti, ma non confondiamo la scampagnata cantando "O Bella ciao..." con lo spirito rivoluzionario.
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Il Bronks, Harlem non sono capitalismo.
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Se siete contro il razzismo, lo sarete anche dopo essere stati derubati, insultati, percossi da un negro (o chi come lui).
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Altri scambiano la gentilezza per debolezza, e questo è un errore; il rivoluzionario però non deve scambiare la pietà con la generosità: sarebbe debolezza.
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Occorrerà pure trovare un filo che leghi il diritto alla giustizia!
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Poesia e Giustizia.
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La stupidità del mio tempo, gli eventi internazionali quotidiani stanno lavorando più di me a favore di questa guida.
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Non il grado, non il titolo può prevalere per coloro che rischiano la vita insieme.
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Il reale spirito democratico non ha bisogno di coperture. Chi si serve di un collegio per richieste personali strumentalizza il potere e chi lo segue è un servo.
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I servi e gli impotenti sono all’origine di tutte le molteplici forme di fascismo.
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Il creatore è un guerriero con e senza spada.
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Quando non vi sono veri studenti, non vi sono veri professori.
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Il punto vulnerabile d’ogni istituzione culturale, università compresa, è il diritto “a vita” di giudicare. L’esaminatore dovrebbe essere davvero esaminato periodicamente da persone del tutto estranee al suo ambiente. E le sue cariche direttive non dovrebbero superare quelle di un corso di laurea.
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Quando i gatti mangeranno caramelline alla menta non ci stupiremo che i pitoni mangino i topi.
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Ogni qualvolta la vecchia fanfara poetica s’innamora delle sue parole, si può pubblicare un pensierino della sera sulla solitudine del rivoluzionario.
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La forte reazione in tutte le parti del mondo contro ogni fermento rivoluzionario è genocidio culturale.
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L’arte come la rivoluzione non può tornare indietro.
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Le riforme sono preservativi forati. Bisogna cambiare l’uomo.
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La valorizzazione del territorio, città o regione, è l’internazionalità.
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L’internazionalità è l’unica forma possibile di cultura universale e la cultura delle singole tribù, l’indispensabile contributo.
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Il creatore non frequenta ambienti artistici, frequenta la vita.
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Democrazia significa applicare a se stessi le regole che si ritiene giusto applicare agli altri.
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La critica sarà veramente evoluta quando, mutata la morale, sarà in grado di rintracciare nel valore estetico e nel valore etico un’unità inscindibile.
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Ciò che spesso manca alla critica è l’evidenza.
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Le cosiddette vittime innocenti della rivoluzione sono per lo più vittime di infiltrazioni nella rivoluzione. La RR, Rivoluzione Rivoluzionata, relegherà queste colpe negli abissi di un’antica fase pionieristica, ma ne manterrà viva la memoria.
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Uno può essere un generale con una guida e un caporale con un'altra. Dipende dalla guida!
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Arriviamo fino all’insolenza; la creatività rivoluzionaria e l’insolenza sono sempre state sorelle. Ma distinguiamo: l’insolenza senza creatività è pura idiozia.
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La ricerca di raggruppamenti, di sette, di false forme filosofali o religiose, di “rinnovamenti” sostenuti da speculazioni commerciali, di “società paradisiache” (ebetaggini della pace, del verde e del silenzio), di interventi più o meno cruenti sul proprio corpo, è molto spesso il risultato di una mancanza di identità che indica la necessità di una rivoluzione.
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Un’opera originale sorta in una società reazionaria è come un diamante su un’isola deserta.
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La tolleranza è una virtù pericolosa.
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La tolleranza è l’irritazione pacata dal rispetto.
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La soggettivazione dell’oggetto e l’oggettivazione del soggetto sono la via verso la meta, la piattaforma di lancio per il salto ultimo e decisivo.
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La comprensione di queste due righe è la conferma di ciò che possiedi già.
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Voi vedrete l’argomento che girerà verso se stesso creando il verso che spande ai venti le rime in forma di rosa. Venti canzoni arroseranno le pianure per nove secoli e nove voci suoni e pathos e pietre porteranno. Le porte per ogni anno si schiuderanno sull’era novella confermando la novella del segno svelato. La vela da fremente vento portata, nei porti della sterilità più non beccheggerà. Va ardito legno, ardi il tuo ingegno!
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L’arte non vuole essere funzionale, ma il suo risultato è sempre funzionale, come nelle sinfonie e nei poemi misticoreligiosi, negli affreschi, nelle cattedrali del passato. Eccetera. In tutti i tempi e in tutti i luoghi. Nel contrasto tra rivoluzione artistica e rivoluzione politica vi è inganno.
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Le crisi, i problemi. In area rivoluzionaria si considerano solo le soluzioni. Le ore di lavoro? Soprattutto qualità di lavoro. Fu il peccato, appunto, a rendere il lavoro una condanna!
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Ci sono poeti con e senza dieresi. L’opera dei rivoluzionari, con dieresi, è capolavoro di economia, architettura, scienza coniugate dal pathos.
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Il poeta può diventare veggente. Il rivoluzionario è già veggente.
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I rivoluzionari aprono porte che nessuno potrà richiudere.
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Per ogni tribù, per ogni lingua, per ogni popolo, per ogni nazione: rivoluzione!
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Cristiani e mussulmani hanno in comune l’inosservanza dei loro testi sacri.
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Non è la certezza che cambia il mondo, ma l’utopia.
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Chi gioisce del successo di un amico è un vittorioso.
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La vanità è testimone della sconfitta.
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Il teatro rivoluzionario sarà quando sarà la mistica della rappresentazione.
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Salute e meditazione. I vostri pensieri sono il vostro corpo. Anche la rivoluzione.
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Sinestesia. Compromesso non è rosso.
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Nei preconcetti c’è la Gioconda, la Vittoria di Samotracia e la Bibbia. Nel rivoluzionario possono essere una scelta.
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La potente immaginazione dei posteri sorpassa talvolta quella dei profeti.
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Il nero dell’anarchia è refrattario a qualsiasi contraffazione storica.
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La maggior parte dei politici vota contro l’avversario anche quando questi opera bene; il rivoluzionario si vota alla giustizia anche quando questa è sacrificio e incomprensione.
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La logica che l’avversario ha sempre torto porta alla guerra o al pacifismo d’accatto.
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La politica è molto spesso l’arte di vincere senza avere ragione. Bisogna reinventare la politica come la giustizia.
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La differenza tra partito e movimento è che il secondo mira, di là da ogni settarismo, alla liberazione dell’uomo.
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La contemplazione porta alla conoscenza meditativa, l’azione alla conoscenza dinamica. Entrambe conducono alla Contemplazione Attiva. Quando sarà raggiunta la Contemplazione Attiva crolleranno la maggior parte delle filosofie, le differenze e i giochi imitativi tra Oriente e Occidente.
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La Contemplazione Attiva comporta resistenza contro avidità, odio e follia.
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Alchimia, primo tentativo di misticismo attivo. Si realizzerà con l’Alchinia.
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Dio. Nome plurimo, senza cognome, femminile e maschile, possibile e impossibile.
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Vi sono vari cardini su cui si fonda la società, oggetti privilegiati della speculazione e della rivoluzione, quali la regolazione della proprietà, la forza motrice dell’eros, della fame e altre apparentemente lontane tra loro. Per impedirne all’uomo l’uso e impedirgli di raggiungere con la sua torre il cielo, un demone diede loro delle etichette. Queste etichette, rivelando ben presto una diabolica impotenza, divennero esiziali. La verità si trova in una linea infinitesimale che unisce due contraddizioni.
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Il lavoro principale dei messia, santoni, puritani, fanatici, politicanti, degli zelanti custodi dell’ordine consiste nel leccare etichette.
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Cercare la stima degli altri è una forma di vanità, una corruzione dello spirito rivoluzionario.
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Virtù, allegria, disonestà sono contagiose. La seconda però è meno imitabile.
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Più il bersaglio è lontano più devi alzare il tiro.
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Colui che ha maggiormente lottato per un’idea ne è il padre e, il più delle volte, anche il primo divulgatore.
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Niente è duraturo in questo mondo tranne la legge della successione in cui si deve inserire ogni concezione rivoluzionaria.
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Poesia scienza e gioia. E Giustizia. Vi è tempo per nascere e tempo per morire, tempo per perdere tempo e tempo per la rivoluzione.
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L’adulazione poggia su due forme di debolezza: di chi la fa e di chi la riceve.
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La povertà non è né virtù né libertà.
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E’ un ottimista, non un pessimista, colui che crede di essere arrivato al peggio.
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Ho visto delfini volare sopra serpenti piumati e pavoni nuotare nel magma liquido e scritture zoomorfiche filigranare i miei stivali quando mi spedì un pareo bianco dall’Africa per affrontare il mio viaggio.
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Ho avuto una sola grande tentazione nello scrivere questa guida: buttare via tutti i miei libri.
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Perché, se sono un lottatore, devo rifiutare il càlamo profumato di pervinca e di divertirmi prima e durante la battaglia?
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Non vale combattere per il lavoro, ma per i lavoratori.
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Occorre fare la carità e combatterne il principio.
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Date al lavoratore la sua paga, prima che si tolga la tuta.
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E gli uomini furono puniti con la confusione delle lingue, poi furono puniti mandando loro dei governanti ignoranti.
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Chi vede gli altri migliori di come sono non sempre continua per la strada della generosità, ma per quella del disprezzo.
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Il nuovo turba sempre e non corrispondendo all’orizzonte d’attesa non suscita consensi unanimi.
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I rivoluzionari non sono sull’orizzonte di attesa, sono sull’orizzonte degli eventi.
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All’avanguardia ci sono i guerrieri, all’imitazione e alla ripetizione ci sono i mendicanti. Per guerriero non s’intende guerrafondaio, ma colui che carichiamo di quel significato che gli ha attribuito la storia delle nostre civiltà. E così per mendicante si intende il povero di valori, il vile. Il guerriero procede con la testa alta; il mendicante col collo storto!
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In area creativa i discorsi chiari sono riservati alle persone limitate; una frase o un’espressione che ha un solo significato è veramente una natura morta.
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Il genio dell’uomo, la sua maggiore creatività, purtroppo, non si esprimono nella creazione artistica, l’uomo raggiunge le più alte forme di raffinatezza, manifesta la più tenace volontà, l’ingegnosità più versatile nel complicarsi la vita, ogni giorno studia con capacità rare e indescrivibili i modi più disumani della propria sofferenza: le guerre continue, le prevaricazioni, la distruzione dell’ambiente, le lotte sociali, razziali, di religione pure, per fare gli esempi più grandi, quelli più piccoli sono le rivalità, incomprensioni, vendette nei più ristretti nuclei sociali come le famiglie, gli ambienti di lavoro, gli stadi, il paese. Qui l’uomo esprime il suo più alto grado di genialità, di creatività… appunto nel complicarsi la vita. La creazione cosiddetta artistica viene solo dopo. E’ la famosa lotta tra il bene e il male? Niente affatto. E’ che nel male riesce a raggiungere una più ampia azione di libertà e quindi di creatività più pura. Bisogna ridare dunque all’uomo la possibilità di esprimersi in una nuova concezione del mondo, della vita, dell’arte, liberata dalle convinzioni e i limiti del passato affinché possa esprimere il meglio della propria natura.
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Il rivoluzionario vuole essere superato, dopo la rivoluzione.

Nota dell’editore

La libertà non s’improvvisa, è un esercizio quotidiano! Così una Guida del Rivoluzionario: Bertozzi ha una confermata militanza in quest’area. A Parigi nel gennaio 1980 ha, infatti, fondato l’Internazionale Novatrice Infinitesimale, chiamata poi Inismo.
In queste poche righe non possiamo precisare, a quelli che ancora non conoscono quest’ampio movimento, quale sia il suo progetto/realizzazione, diremo soltanto, riprendendo da vari discorsi di Bertozzi , che
® diffusosi soprattutto in Europa e in America, l'Inismo ha proposto una nuova estetica in tutti i campi della creazione visiva, scritta, sonora. L'impiego di nuove scritture calligrafiche, alfabetiche e simboliche (spesso con l'uso della fonetica internazionale) assume un valore di creazione e non d’imitazione, di conoscenza e non di realtà fotografabile. Questi segni, chiamati «inie», vogliono essere un’orchestrazione di sentimenti e di pensieri, la visione multipla e globale che ci offre la vita. Genesi dell'infinitesimale e fusione con l'infinito: «Come in fisica - egli scrive - è avvenuta la scissione dell'atomo, gli inisti hanno mirato alla “scissione” degli elementi che costituiscono la parola». Parola scritta, musicale, scultorea, pittorica, architetturale e di tutte le altre già omologate dalla storia e altre ancora in via di omologazione dopo l'Inismo;
@ l’Inismo ha segnato la terza fase dell’avanguardia: parlando di avanguardie, infatti, occorre distinguerle in periodi. In genere nel movimento inista si cerca di evitare divisioni, etichette, ma nel caso di “avanguardia” il nome, sia pur discusso, è restato, mutando però il suo statuto, i suoi intenti. Dunque, dopo una “prefase”, detta dei “precursori”, che si può situare dal 1873 al 1909 (suddivisa in due, la prima, 1873-1896, dei “poeti maledetti” e la seconda, 1897-1908, delle écoles, come le definisce Apollinaire), abbiamo: la prima fase vera e propria, dal 1909 al 1918 (fondazione del Futurismo e affermazione di Dada), un periodo che possiamo chiamare della rivolta (della negazione per la negazione); la seconda fase, dal 1919 (nascita del Surrealismo) al 1979, un periodo che possiamo chiamare della rivoluzione (modifica profonda dell’esistente), suddivisa in due, 1919-1939, 1940-1979 (il secondo periodo, di disorientamento e reificazione dell’avanguardia, è tuttavia caratterizzato, in certi momenti, da volontà di cambiare); infine la terza fase dell’avanguardia, dal 1980 (nascita dell’Inismo) ai nostri giorni, la cosiddetta RR, rivoluzione rivoluzionata (equivarrebbe all’avanguardia dell’avanguardia) contraddistinta dalla decisa opposizione alla caduta delle ideologie nel mondo o, se si preferisce, ultimo baluardo dell’ideologia;
© in questa fine secolo, dunque, la gioventù vi si è riconosciuta e molti raggruppamenti di artisti hanno archiviato i loro documenti per accedere a quella dimensione prima più desiderata che intravista, ponendosi così come movimento preparatorio INIziatore del terzo millennio (d’altronde in passato ogni fine secolo è stata assimilabile al successivo: scoperta dell’America, Rivoluzione Francese, “poeti maledetti”, sono alcuni esempi).
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La Guida del rivoluzionario* […] allarga la portata dell’Inismo già di grande estensione: era stato ormai chiarito infatti che, nato soprattutto come rivoluzione estetica, può essere considerato anche come filosofia, visione del mondo, applicazione etica, senza che tali definizioni ne esauriscano la complessità […].
A.G. [Antonio Gasbarrini, 1999]

*Nei pensieri/aforismi o meglio istruzioni di questa Guida di Bertozzi è dato, di rado, ritrovare parole tratte da pubblicazioni precedenti (in particolare da suoi manifesti o dalla sua opera teatrale La Signora Proteo o altrove); queste figurano qui in corsivo senza altra indicazione. Cogliamo l’occasione per esprimere la nostra solidarietà a Bertozzi e agli inisti contro chi (editori “non editori”), per scopi puramente lucrativi, vanta diritti sul prodotto del loro ingegno, rallentandone così, con grave danno morale, la divulgazione necessaria.